Skip to content

Terra e acqua

TERRA E ACQUA
25 maggio 2025 – 6a domenica del Tempo Pasquale

 

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

 

RIFLESSIONE

Se prendo acqua santa e terra santa e le mischio, anche se sono entrambe benedette, il risultato è fango.

Se prendo acqua sporca di pozzanghera e terra misera, calpestata, rozza e le mischio il risultato è lo stesso fango.

Cambia se dentro me curo un’idea, un ideale, un’anima allora da quel fango posso creare un vaso o una scultura.

Se in me, invece, nutro frustrazione, pessimismo, rabbia, insoddisfazione, delusione, sfiducia, sospetto, risentimento di quel fango ne farò solo pallottole per colpire.

Terra e acqua, concretezza sporca e limpidezza fresca, possono simboleggiare ciò che siamo, facciamo, proviamo. Se troppo spesso vediamo solo fango nella nostra vita non sarà forse perché non siamo capaci di plasmarla?

La concretezza della terra rimanda al peso della ferialità, alla fatica che sporca le mani e stanca i passi, al dolore dei sassi che bloccano o delle cadute (cfr 1a lettura).

La limpidezza dell’acqua rimanda alla voglia di festa, alla sete di senso, al gusto di fiducia, al desiderio di tenerezza, allo stile di dialogo, condivisione, benessere (cfr 2a lettura).

Quale può essere il nodo che lega questi due opposti?

Nel Vangelo Gesù dice che è la pace, la “sua” pace, quella che ha come effetto il non turbarsi, il non aver timore e il rallegrarsi.

Per lui è un dono talmente prezioso che lo fa accompagnare dal “Paraclito” che in greco antico significa “difensore”, perché il Signore è più realista di noi.

Eventi e incontri, spesso, sono ladri di serenità.

Difensore è il custode di un tesoro prezioso, il vigilante, che “insegna” a non farsi rubare speranza: per Dio valiamo.

Relazioni turbolenti rompono, sciupano, stappano.

Difensore è il protettore del germoglio nascente e crescente che insegna a usare delicatezza verso ogni fragilità.

Fatti improvvisi sono attentatori impietosi e crudeli.

Difensore è il bodyguard, come per le persone importanti, che insegna a fidarsi, sentendosi protetti dagli assalti del male.

I pareri sono tribunali arcigni che condannano e imprigionano

Difensore è l’avvocato che affronta le colpe e tutela la dignità, che insegna a usare intelligente elasticità per trovare soluzioni.

Sempre e ovunque avversari attaccano, pressano, sfiancano.

Difensore è il giocatore che fa barriera e rilancia in profondità, che insegna a implicarsi fino in fondo per realizzarsi.

C’è un ultimo pericolo subdolo: noi stessi.

Il Paraclito ci difende anche e soprattutto da noi stessi perché ognuno rischia di essere il suo peggior nemico.

Il Paraclito rende paracliti. Se l’essenza di acqua e terra, di anima e fragilità, di limpidezza e opacità, di alti e bassi, viene impastata con anima, amore, passione, spiritualità, si scopre una vita nuova come vasi di ideali e vasai di idee.

Difendiamoci prendendo in mano la vita con occhi diversi così non vedremo più solo il fango, ma il bello da plasmare.

___________

CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato – NO

Domenica – solo ore 18 (NO ore 10)

Diretta streaming – possibili problemi tecnici

Diretta su SEILATV domenica ore 10 – possibili problemi tecnici