PUNTO E VIRGOLA
18 maggio 2025
LETTURE DI RIFERIMENTO
Dal Vangelo secondo Giovanni – Gesù disse: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo – Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed egli sarà il Dio con loro. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
RIFLESSIONE
Ci sono persone che hanno un compagno, ma si sentono talmente sole e vuote che è come se non lo avessero. Altre, perché credono che stare da soli sia inaccettabile, decidono di camminare accanto alla persona sbagliata. C’è chi poi, per egoismo, imprigiona ossessivamente e possessivamente. Ci sono invece persone – sole o in coppia – che non si lasciano travolgere dalla vita, ma imparano a curare e godersi la solitudine della propria interiorità perché aiuta a conoscere a se stessi, a diventare più forti e ad illuminare i legami. Queste scoprono al loro fianco chi le ama con amore vero e si innamorano nel modo più bello (Madre Teresa Di Calcutta).
Il segreto non è “trovare” la persona giusta una volta per tutte, ma è “essere” la persona giusta giorno dopo giorno.
Così la fede si misura non a parole o a “Ave Maria” ma a gesti, fa capire il Vangelo. Aggiunge Gesù: “come ho amato io”.
L’Apocalisse svela il modo: “io faccio nuove tutte le cose”. Attenzione non dice: “io faccio cose nuove”. Tutti sono capaci di prometterlo (come nelle campagne elettorali), qualcuno riesce anche a realizzarlo bene. Fare “nuove” le cose è riaccendere e rimotivare lo scontato, soprattutto se “crepato” sia per le crepe, sia persino morto.
La risurrezione della carne (mistero che ripetiamo nel credo senza troppo badarci) è un dono pasquale già efficace ora. In seminario ironizzavamo che “la risurrezione della carne” fosse l’abilità delle suore di riciclare gli avanzi nelle polpette: riuscivano a ridare incredibilmente sapori e consistenze nuove.
Possiamo pure noi “fare nuove le cose”, senza necessariamente dover “fare cose nuove”, cioè sforzarci di fare chissà che cosa. È questione di interiorità cominciando a star bene con se stessi.
È la logica del “punto e virgola”. È un segno di punteggiatura purtroppo in disuso, come dimenticato è il suo significato: non sempre è necessario il punto a capo, si può continuare.
Il punto e virgola apre un pensiero ulteriore, ma mantenendo il legame col precedente, con la convinzione che c’è ancora qualcosa da scrivere, da approfondire, da specificare. Non è la virgola a cui va bene tutto. Non è il punto che blocca.
Il punto e virgola apre una prospettiva diversa. Ad esempio se non ci sente dire “ti amo” o “ti voglio bene”, si può comprendere che ci sono modi diversi per esprimerlo: “ci penso io!”; “copriti!”; “sono orgoglioso di te”; “ti capisco”; “l’ho fatto io per te”; “quando arrivi chiamami”; “ci sono”.
Il punto e virgola è la possibilità di respirare quando comincia a mancare il fiato. È un’uscita di sicurezza e un’entrata di servizio quando le porte sbattono e si chiudono. È ogni piccolo gesto che dimostra reale la bella espressione: “io più che amarti non posso fare più nulla”. È la forza vera di un genitore o di un/a compagno/a.
Il punto e virgola è una rarità: è umile, silenzioso, nascosto, ma offre condivisione, ascolto, delicatezza; ispirazione e guida; rifugio sicuro e riferimento costante; autenticità di ammettere limiti, errori, fragilità, vulnerabilità, necessità.
Il punto e virgola è la logica di Dio. “Sapranno che siete miei testimoni da come vi amerete”non sulla carta e a parole, non cercando di fare chissà cosa di nuovo, ma volendo “fare nuove” le cose di sempre.
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CELEBRAZIONE DELLA MESSA
Sabato – NO
Domenica – ore 10 e 18