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Pungiglioni

PUNGIGLIONI
17 agosto 2025

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

 

RIFLESSIONE

Sulla porta di un affermato imprenditore c’era un cartello: “Tutti portano felicità in questo ufficio: qualcuno entrando, qualcuno uscendo”.

Mi è venuto in mente pensando alle forti parole usate da Gesù nel Vangelo di oggi (non sempre è facile capire neanche lui!): “Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione. Su cinque persone, saranno tre contro due. Si divideranno figli contro genitori e nuora/genero contro suocera”.

Sulla suocera chissà quanti respiri di sollievo: ma allora la colpa è sua! E noi che ci siamo fatti tante storie!

Divisioni, differenze, incomprensioni sono inevitabili e insegnano che l’etichetta di un rapporto (genitore, figlio/a, compagno/a, parente, amico/a) non ne garantisce la verità.

Le terribili guerre che devastano il mondo non sono diverse da tante battaglie che facciamo noi. Sono le stesse, ingrandite, perché non si vuole mollare, dialogare, ammettere le colpe.

Cercando il senso di queste parole di Gesù, ho ricordato “il dilemma dei porcospini” del filosofo Arthur Schopenhauer.

In una fredda giornata d’inverno alcuni porcospini si strinsero per proteggersi col calore reciproco e non rimanere assiderati. Più si avvicinavano però, più si facevano male pungendosi. Il dolore li costringeva a allontanarsi l’uno dall’altro, ma per il gelo sentivano il bisogno di stare vicini.

Così venivano sballottati continuamente tra due mali, il ferirsi con i pungiglioni insieme o il morire di freddo da soli.

Trovarono l’equilibrio provando a gestire i pungiglioni. Impararono a convivere sia con le ferite causate dalle spine del vicino, sia con i sensi di colpa per avere colpito.

Avevano capito che l’altro era più importante delle cicatrici.

Quante volte mentre ci si sforza di convivere con i difetti altrui si scopre di fare esattamente ciò di cui ci si lamenta.

L’amore è accettarsi. È difficile, ma arricchisce e completa.

Ci è più facile invece “accettare” con l’accetta facendo a pezzi.

Maria che sale in cielo ci sprona. La sua è una vita in salita, con tanti tornanti di quelli che non vedi dall’altra parte. Si completa e si realizza nell’azzurro del cielo per dimostrarci che nuvole o tempeste atterriscono, ma non vincono mai.

Per avere la stessa forza e determinazione di Maria, accogliamo da Gesù il dono del fuoco: brucia, scotta, ferisce, ma se gestito, il fuoco purifica dalle scorie, salda le rotture, fa luce ai passi incerti, scalda l’atmosfera, cucina per gustare.

Se imparassimo anche noi dal fuoco…

a superare risentimenti e rancori che sporcano come scorie;

a unire e rinsaldare di nuovo quanto si è rotto o staccato;

a cercare il dialogo che chiarifica illuminando malintesi;

a curare cortesia e gentilezza per migliorare lo stare insieme;

a agire con premura per gustare gli ingredienti della vita.

Ogni divisione, diversità, distanza fa male, ma se affrontata con equilibrio fa trovare più vicini e sentire più legati.

Nonostante fatiche e difetti, nonostante ferite ricevute o date, nonostante gli errori mai ammessi e gli scusa mai chiesti, il valore dei legami va sempre oltre il dolore delle cicatrici.