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L’ovvio necessario

L’OVVIO NECESSARIO
5 ottobre 2025
VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca – In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

RIFLESSIONE

“Stanotte ho fatto un incubo terribile – raccontò un tale -. C’era buio, pioggia, vento. Ero intirizzito dal freddo.  Stavo davanti alla porta di vetro di uno stupendo albergo: c’era un cartello e vedevo te all’interno, al caldo, che mi facevi segno di raggiungerti. Io spingevo, spingevo con tutte le forze, spingevo e non si apriva. Che angoscia!”. L’amico chiese: “E cosa c’era scritto sul cartello?”. “Tirare!”.

Ci troviamo spesso angosciati, frustrati, freddi, bloccati. Abbiamo un cartello sotto il naso, ma noi preferiamo fare sempre di testa nostra. Questo cartello per me è la fede.

Quando si è in crisi tutti gridano a Dio: chi per chiedergli aiuto e chi per accusarlo. Comunque lo si tira sempre in ballo.

La fede è credere in un Dio portinaio che apre la porta?

La fede è credere in un Dio martello che infrange gli ostacoli?

La fede è credere in un Dio crocerossino che scalda e nutre?

La fede è credere in un Dio assicuratore che poi ripaga?

No! La fede è imparare a leggere il cartello.

La richiesta degli Apostoli nel Vangelo di oggi è il nostro stesso bisogno: “Signore aumenta la nostra fede!”. La risposta di Gesù è smarcante: “Alla fine della giornata ditevi: siamo servi inutili, abbiamo fatto ciò che dovevamo”.

Non dice “chiedetevi cosa avete fatto di male o sbagliato”, ma “quale è stata la qualità nel gestire impegni e relazioni?”.

Ciascuno – insegna – è “servo inutile” cioè gestore dell’ovvio.

Significa scegliere se farsi bloccare da paure, angosce, fatiche oppure leggervi dei messaggi che diventano opportunità.

Il Vangelo non dà prescrizioni da compiere (come i testi sacri di altre religioni) ma mostra l’umanità realizzata di Gesù. È un Dio che si “incarna” e non che si “incarta”: non si fa “carta” o norma, ma si fa “carne”, storia, stile, logica. La fede riguarda l’essere e non il fare, il come e non il quanto. Non è questione di fare qualcosa “per” Dio durante la giornata, con qualche spruzzata di preghiera perché “non si sa mai”. È la scelta di essere “come” Dio, di coglierne il punto di vista. San Paolo dice: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Gesù”.

La fede è chiedersi di fronte alle scelte anche più banali: “Ma Gesù in questo momento cosa avrebbe detto o fatto?”.

Oppure prendersela con lui in situazioni di crisi o disagio: “Signore, tu che sei così bravo, adesso cosa faresti?”.

Il rischio è quello di essere “atei devoti”, donne e uomini che fanno gesti religiosi ma che non curano la spiritualità, che sono più preoccupati dei rituali che dell’interiorità. Dio spesso viene messo “sopra” come panna decorativa e non trovato “dentro” come senso e criterio di scelta.

La fede è accorgersi che Dio è l’ovvio necessario.

Dio non è da mettere da nessuna parte. C’è già, è lì per noi. Lui è appiccicato alla nostra vita sulla porta della quotidianità come quel cartello. Sta a noi accorgercene, volerlo leggere e decidere se fare quanto indica, se spingere o tirare.

Aumentare la fede è scegliere per ciò che si è, si fa, si vuole, un livello addirittura “divino” (non solo “buono”) cominciando dalle cose più ovvie, quelle apparentemente inutili.

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CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato – ore 18

Domenica – ore 10 e 18