IL CIELO IN UNA STANZA
Ascensione di Gesù in cielo – 1 giugno 2025
VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
RIFLESSIONE
“Il cielo in una stanza” cantava Gino Paoli (1960): “Quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti… questo soffitto viola non esiste più, io vedo il cielo sopra noi”.
Per qualcuno però le cose stanno in modo diverso. “Ho chiuso il cielo nella stanza, ho le pareti blu” ritma il testo tormentato del rapper Salmo (2018).
È triste quando si scambia il soffitto per il cielo. Qualcuno lo vernicia di blu per illudersi di non asfissiare.
Un santo Vescovo, Tonino Bello, commentava: “Il cielo in una stanza deve divenire la sigla morale di ogni uomo di buona volontà che non vuole farsi inquinare, che teme di lasciarsi imprigionare da problemi e paure e che intende fuggire la seduzione del «chiuso è bello»”.
Quante volte ci si accontenta di stare al chiuso nella strettezza di pregiudizi, impressioni, cliché, routine.
Celebrare il mistero di Gesù che entra in cielo fa abbattere muri di ottusità e pareti di mediocrità.
È “la potenza che viene dall’alto” di cui parla il Vangelo.
Tante occasioni nella vita portano “il cielo in una stanza”:
la passione d’amore tra due innamorati,
la nascita di un bimbo per una coppia,
la condivisione sincera in un’amicizia,
la soddisfazione di essere valorizzati per quello che si vale,
la laurea difficile per uno studente,
la realizzazione di un progetto lavorativo,
la pace ristabilita fra fratelli o amici,
la densità di una preghiera cuore a cuore con Dio,
la coincidenza che sembra casuale ma porta un messaggio,
la piccola sorpresa che rivela grandi sentimenti,
la vittoria per una squadra…
Quando “vibra per te e per te l’immensità del cielo” tutto cambia aria e prende luce diversa.
La canzone di Gino Paoli che a tanti richiama istanti romantici e amorosi, in realtà nasce da una storia con una prostituta di cui però si innamorò e quella “casa chiusa” si trasformò in un orizzonte nuovo. Il cielo in una stanza, appunto. La forza che viene dall’alto è anche esperienza di perdono e di riconciliazione con se stessi, con la vita, con l’infinito.
C’è un dettaglio interessante che conclude il Vangelo di oggi: Gesù salendo in cielo dice a apostoli e a noi: “restate in città!”.
Ci rende cittadini del cielo per abitare con qualità la terra nutrendo i legami con comprensione e gentilezza,
tagliando le rivendicazioni, le insofferenze, le calunnie,
offrendo la dolcezza di un sorriso e di un grazie,
alimentando la collaborazione riconoscendo i meriti degli altri,
costruendo ponti colmando distanze e incomprensioni,
prendendo la realtà con leggerezza gustando attimi preziosi,
investendo in speranza, in ottimismo, in qualità, in galanteria.
Se si accetta di essere residenti nell’infinito non si può essere inquilini della piccineria.
È il decidere se accontentarsi di dipingere il soffitto di blu o se scegliere il cielo infinito scoprendo di avercelo dentro.
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CELEBRAZIONE DELLA MESSA
Sabato – ore 18
Domenica – ore 18 (NO al mattino)