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Come?

COME?
14 dicembre 2025 – Terza domenica di Avvento

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo – In quel tempo, Giovanni Battista, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

RIFLESSIONE

“Si dovrebbe pensare non solo a stare bene ma a fare bene e così si starebbe meglio”. Alessandro Manzoni conclude così “I promessi sposi”.

L’Istituto Treccani ha scelto come “parola dell’anno” un termine in via di estinzione: “Rispetto”.

Lo definisce come “atteggiamento di stima, attenzione, riguardo verso una persona, un’istituzione o una cultura, che può esprimere con azioni o parole”. È fare bene e far star bene. Sono elementi ormai in contro tendenza.

Nella prima settimana il Maranatha (vieni presto e stai con me) ci ha regalato il “CHI?” per scoprire una stella dentro. Domenica scorso il dono essenziale del “QUANTO?” con cui accorgerci di quelle stelle basse, portata di mano, intorno a noi che sono le finestre di persone con occhi, cuore e mente accesi. Oggi ci viene consegnata una terza domanda: “COME?”.

Le stelle non sono solo da cercare, ma anche da distribuire.

È lo stile luminoso del rispetto con l’inquietudine per il bene.

Gesù rimarca che si tratta non di belle idee o buoni sentimenti, ma di concretezza da udire e vedere, così efficace da sistemare sguardi ciechi, passi zoppi, ferite lebbrose, percezioni sorde, vite spente, prospettive povere.

Nella notte dei valori il rispetto aiuta a recuperare la vista vedendo ciò che davvero è importante, prezioso, utile.

Nel buio della fede il rispetto ti dice: meglio camminare zoppi sulla strada giusta che andare veloci in direzione sbagliata.

Nell’ombrosità dell’impazienza il rispetto aiuta a curare ferite che nel quotidiano dissanguano, piagano e piegano.

Nelle tenebre della buzzurraggine il rispetto vince la sordità verso tutto ciò che è buono, che è valore, che è sacrificio.

Nel nero della violenza il rispetto blocca ogni gesto di morte per aprire possibilità di vita, di speranza, di risurrezione.

Nell’oscurità dell’intolleranza il rispetto offre la buona notizia che ciò che unisce è di più di ciò che divide e mette contro.

Conclude Gesù: è uno scandalo non seminare rispetto, è uno scandalo non impegnarsi a distribuire stelle.

“Skandalon” in greco significa inciampo, trappola. Noi lo siamo per altri ma anche innanzitutto per noi stessi.

COME? Proviamo a fare nostro questo testo:

“Mi manco. Quando mi perdo dietro inutili parole; quando mi infilo nella testa degli altri; quando voglio compiacere per paura di un rifiuto; quando pronuncio un sì a denti stretti mentre vorrei urlare no; quando spreco il mio tempo; quando mi perdo dietro i sogni degli altri e trascuro i miei; quando covo rancore; quando non affronto il problema; quando non ascolto il mio respiro; quando metto a tacere il mio intuito; quando non sorrido; quando non mi accetto; quando lascio che altri decidano per me; quando mi dimentico chi sono e cosa voglio; quando abitudini e compromessi mi schiavizzano. Mi manco. Allora torno a prendermi per mano. E ricomincio a vivere” (Margherita Roncone, coach).

COME? Con rispetto, per far star meglio se stessi e gli altri.

 

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CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato – ore 18

Domenica – ore 10 e 18