Skip to content

Perché?

PERCHÈ?
21 dicembre 2025 – 4a domenica di Avvento

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo – Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre stava considerando queste cose, gli apparve in sogno un angelo del Signore: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

RIFLESSIONE

Un gruppo di giovani, alcuni anni dopo la laurea, fecero visita ad un loro vecchio saggio professore. Mentre si raccontavano – lamentandosi dello stress per il loro lavoro e le relazioni – l’insegnante offrì loro una cioccolata calda, presentandosi con un vassoio sul quale c’erano tazze diverse: semplici e importanti, piccole e grandi, crepate e nuove. Quando tutti ebbero preso una tazza l’anziano commentò:

“Noto che sono state prese le tazze più belle e costose, mentre sono state lasciate quelle di poco valore. Ho visto poi che ognuno è stato attento alla scelta degli altri. La causa di problemi e stress è che per voi è normale dare prima importanza all’apparenza e al vantaggio personale. La tazza però non aggiunge nulla né al sapore né alla qualità del cioccolato. Voi avete detto che volevate il cioccolato, in realtà avete dato più attenzione alla tazza. Vi prego, ascoltatemi: la vita è quello che c’è dentro, è il cioccolato. Il lavoro, il denaro, il benessere sono tazze, sono solo contenitori per accogliere e gustare la vita. Se ci si concentra solo sulla tazza, preoccupati se si crepa o se qualcuno ce la porta via o se ce l’ha più bella o grande, si finisce per non apprezzare quanto ci è offerto. Ricordatevi sempre: felice non è chi ha le cose migliori, ma chi apprezza il meglio di ogni cosa che ha!”.

“Professore, perché?”, chiesero gli alunni.

Il vecchio estrasse dal portafoglio un pezzetto di specchio, non più grande di una moneta. Poi raccontò: “Da bambino, durante la guerra, vidi sulla strada uno specchio in frantumi. Ne presi un frammento che trasformai in un giocattolo: mi divertivo a riflettere la luce dirigendola negli angoli bui. L’ho sempre conservato, perché diventando grande capii che era la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita. Ognuno ha il potere di riflettere. Ciascuno, per quello che è, persino se si sente rotto, ha il potere di direzionare luce negli angoli bui del cuore e negli anfratti oscuri della realtà. Si gusta il buono che la vita offre se si è capaci di semplicità, generosità, pazienza, dialogo, comprensione, perdono, gentilezza, tenerezza, cortesia, premura, eleganza, pensando con qualità e mettendosi in gioco con coraggio. Osservando questo stile forse altre persone faranno altrettanto. In questo per me ci sta il perché siamo al mondo”.

Ci hanno accompagnato 3 domande: il “CHI?” per scoprire una stella dentro se stessi; poi il “QUANTO?” per accorgersi di quelle stelle a portata di mano, che sono persone con occhi, cuore e mente aperti come finestre; quindi il “COME?” perché le stelle non sono solo da cercare, ma da distribuire.

Oggi la realtà con la sua complessità e con le sue difficoltà ci sfida con l’ultima domanda: “PERCHÈ?” e ci porta a riflettere, a riflettere la luce delle stelle.

Chissà quante volte Giuseppe e Maria si saranno chiesti: “perché a noi? perché questa fatica? perché tutto si ribalta?”.

Dio non dà soluzioni ma dà senso, forza e possibilità: “Dio-è-con-noi, Emmanuel”, Dio non cambia o risolve le situazioni ma ci si mette dentro, come fa a Betlemme. Non imbelletta la stalla, non la trasforma ma le dà un senso.

Prendiamo in mano la tazza della nostra vita. Perché è così?

Possiamo rassegnarci impantanati nei se, nei ma, nei però.

Oppure possiamo riflettere. Proviamo a riflettere la luce.

Ha ragione il professore. Perché? Perché felice non è chi ha le cose migliori, ma chi apprezza il meglio di ogni cosa che ha.

 

___________

CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato 20 dicembre  – ore 18

Domenica 21 – ore 10 e 18

Mercoledì 24, vigilia – ore 21.30 e mezzanotte (non c’è alle 18)

Giovedì 25, Natale – ore 8.30, 10 e 18

Venerdì 26, Santo Stefano – ore 10 e 18