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Chi o cosa?

CHI o COSA?
30 novembre 2025 – 1a domenica di Avvento

LETTURE

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani – La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Dal Vangelo secondo Matteo – Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

RIFLESSIONE

Marilyn Monroe (Zucchero) nel film “A qualcuno piace caldo” domanda: “Aspetta da molto?”. E Tony Curtis (Joe) risponde: “Determinante non è per quanto si aspetta, ma chi si aspetta”.

Noi aspettiamo il Natale, ma lo attendiamo come festa o come persona? Solita ricorrenza o un nuovo venire alla luce?

Si apre oggi quel periodo di attesa che è l’Avvento: è il tempo che smuove, che fa porre domande, che porta a bilanci personali, che chiede una ricerca interiore.

Chi? Quanto? Come? Perché? 4 parole che ci condurranno.

Per qualcuno è attesa di cose. Il Vangelo parla di 2 opzioni: stesse cose fatte, uno le prende in un modo e uno in un altro.

Bisogna muoversi [devo andare a comprare i regali!], porsi domande [cosa prendo?], fare bilanci [l’anno scorso mi sono sbattuto e in cambio ho ricevuto quella schifezza] e infine ricercare [dove ho messo quella cosa di riciclare?].

In un modo o nell’altro, ogni attesa profonda o superficiale, di qualcosa o di qualcuno, è come una notte: è incerta, ci si sente smarriti, non si sa cosa fare, si ha paura del poi.

Allora si cercano stelle per orientarsi, ma sono lontane in cielo e a volte le nuvole delle crisi e dei dubbi le nascondono. Forse per questo sempre più in anticipo si accendendo stelle di plastica e intermittenti. Ci si accontenta, ma non bastano.

Il Vangelo ci suggerisce oggi di cercare una stella dimenticata. Però non sta alta in cielo, né si compra. La si trova dentro ciascuno, è un’arma di luce, è la stella del “CHI?”.

È la forza di domandarsi: (1.) Chi sono io per me stesso? (2.) Chi è Dio per me? (3.) Chi ha priorità tra le persone?

La liturgia ci aiuta a comprendere questi “chi” con 3 simboli.

(1.) Il viola, colore del tramonto, veste il prete e la chiesa.

Aiuta a rispondere alla domanda “chi sono io per me stesso” perché la percezione personale è quella di una giornata che scivola nel buio oppure di una notte che va verso la luce.

(2.) Nelle invocazioni si usa una parola strana: Maranatha!

Aiuta a rispondere alla domanda “chi è Dio per me?”.

È l’espressione che conclude la Bibbia (Apocalisse 22). In aramaico “Maran” è “Signore”. La seconda parte invece ha due possibilità: “thà – vieni!” o “attà – tu sei con me!”. Quindi significa: “Signore so che ci sei, so che sei con me, so che vinci la notte come l’alba, ma vieni e sbrigati!”. L’attesa logora sempre, che sia attesa di qualcuno o qualcosa.

Gesù stesso la usava. Sul calvario la folla dice: “Chiama Elia”. “Elia-Thà” si traduce “Elia vieni!”, ma “Elì-Attà” è “Signore sei con me” (Elì significa Dio, Mattan è Signore). È l’apice del salmo 22 che inizia “Dio mio perché mi hai abbandonato” e continua con “Se anche camminassi nella valle delle tenebre, nella notte profonda, non temo perché tu, Dio, sei con me”. I primi cristiani poi la usavano come saluto per riconoscersi.

(3.) Una corona di 4 candele scadenza il tempo.

Aiuta a rispondere alla domanda “chi ha priorità?”.

Si accendono una alla volta, settimana per settimana, proprio per fare più luce verso il momento più nero dell’anno, il 23 dicembre, il solstizio, quando il sole è nel punto più basso e le ore di buio sono di più di quelle della luce. Fa riflettere sul modo di considerare gli altri e di guardare gli avvenimenti: il pessimista pensa che un giorno sia schiacciato tra due notti; l’ottimista crede che la notte sia abbracciata da due giorni.

Se determinante non è cosa si aspetta, ma chi si aspetta, questa settimana fermiamoci a cercare la stella dentro di noi: chi sono io per me? chi è Dio per me? chi ha priorità per me?

La risposta non è facile e immediata, ma chiedersi “chi?” è un’arma di luce che apre i se, raddrizza i però, riempie i ma.

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CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato – ore 18

Domenica – ore 10 e 18