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Lotteria

VINCERE ALLA LOTTERIA
19 ottobre 2025

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca – In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

RIFLESSIONE

Ogni tanto la vita ci scuote perché può capitare che la parte migliore si sia depositata sul fondo.

Viviamo mentalmente ed emotivamente il rischio stagnazione.

Infinite sollecitazioni web e social spingono a credere che la vita sia un buffet dove ognuno può prendere quanto vuole, senza aver bisogno di domandare niente a nessuno. Poi però le stesse rendono insoddisfatti creando nuovi bisogni. Francesco Gabbani in “Occidentali’s Karma” ne cantava un’efficace definizione: “oppio dei poveri, coca dei popoli”.

Gesù ci indica allora come soluzione la “necessità di pregare”.

Un uomo pio, desolato, al limite della sopportazione e alla fine dei risparmi, entrò in chiesa e pregò intensamente: “Signore, mia moglie è malata. Fammi vincere alla lotteria!”. Candelina e via, restando in fiduciosa attesa. Niente.

Tornò a invocare con intensità: “Signore, mia moglie è malata e mio figlio è disoccupato. Fammi vincere alla lotteria!”. Candelina e via, restando in fiduciosa attesa. Niente.

Riprovò con maggiore insistenza: “Signore, mia moglie è malata, mio figlio è disoccupato e ho pure in casa la suocera da assistere. Ti supplico, fammi vincere alla lotteria!”. Candelina e via, restando in fiduciosa attesa. Niente.

Disperato si ripresentò ancora a implorare: “Signore! Mia moglie è malata, mio figlio è disoccupato, ho la suocera da accudire e pure io non sto bene e mi sto esaurendo”. Improvvisamente un fascio di luce lo avvolse nell’ombra della Chiesa. Sentì una profonda voce venire dal Crocifisso: “Figliolo!”. Restò attonito, impietrito. Il Cristo gli parlò: “Ho ascoltato le tue preghiere e ho deciso di farti vincere alla lotteria, ma tu almeno un biglietto lo vuoi comprare?”.

Ci lamentiamo per mancanze e torti, rivendichiamo pretese, ma in realtà non siamo disposti a mettere in gioco nulla di noi.

Dio non fornisce una soluzione dall’alto, ma una forza dentro.

Non fa come i super-eroi che sistemano tutto loro.

Non fa come i super-esperti che hanno tutte le soluzioni.

Dio crede in noi, più di quanto noi crediamo in lui.

Quando Dio tornerà – conclude il Vangelo – troverà la fede?

Per me no. Non troverà la fede. Potrà invece trovare i credenti.

La fede si può cogliere solo se incarnata nella storia di un credente che sia credibile e creduto. Determinante è che la coerenza sia affettiva e effettiva; che dottrine e preghiere siano incisivi e decisivi di uno stile.

Il Vangelo evidenzia l’insistenza della vedova.

Dover insistere porta a far decantare i desideri, a purificare i bisogni, a distillare le richieste e aiuta a capire se quello che si vuole è davvero la priorità e il vero bene. A volte diciamo di qualcosa che ne abbiamo necessità assoluta, smaniamo, ma poi di fronte alle difficoltà ci arrendiamo, considerando alla fine che non era così importante. Solo su ciò che davvero è essenziale non si molla mai, perché si intuisce che ogni distanza può diventare un percorso, ogni attesa una promessa, ogni vuoto una possibilità.

Per questo Gesù ci fa capire che ogni tanto la vita scuote perché può capitare che la parte migliore si depositi sul fondo.

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CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato e Domenica – NO