Buona domenica delle Palme. Buona Settimana Santa.
don Giulio
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INTRODUZIONE ALLA PASSIONE DI GESÙ
Oggi inverto e antepongo la riflessione come introduzione alla lettura del racconto della passione di Gesù.
13 aprile 2025
LA PORTA DELLA PASSIONE
“Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza” (Lucio Anneo Seneca).
Il racconto della passione di Gesù condensa le nostre croci, le nostre ferite, le nostre debolezze, le nostre morti interiori. Sono tante, sono diverse, sono variegate, sono pesanti e alla fine spaccano il cuore, come a Gesù, ma proprio quello squarcio diventa un’uscita di sicurezza da ogni buio, da ogni male, dalla stessa morte.
“Crocifiggilo!” è un grido che risuona ancora oggi ovunque c’è un uomo rassegnato a non pensare e a non amare, ovunque c’è un uomo raffazzonato, apatico, senza passioni.
“Crocifiggilo!” è un grido che risuona ancora oggi quando io come Pilato me ne lavo le mani, quando io come Pietro non voglio compromettermi, quando io come Giuda condiziono tutto ai miei interessi, quando io come il popolo mi lascio trascinare e incantare, quando io come i soldati faccio le cose solo perché devo.
“Crocifiggilo!” è un grido che risuona ancora oggi nelle mie sentenze di condanna facili e affrettate, nelle mie etichette indelebili che appiccico agli altri.
“Crocifiggilo” è un grido che risuona ancora oggi nelle relazioni sciupate per monotona mediocrità, negli impegni banalizzati, nell’analfabetismo emotivo, nell’interiorità svuotata dal non farsi mai domande, nel voler stare connessi ma non insieme.
Le ragioni della paura e del pessimismo sono tante, forse troppe a volte, ma come uscirne?
In questa Quaresima abbiamo dialogato con alcuni elementi dentro una chiesa: colonne, archi, immagini, pavimento e penombra. Manca l’ultimo: la porta.
Un parroco ha posto un cartello interessante sugli stipiti: “qui si entra per amare Dio, da qui si esce per amare gli altri”.
La porta della Chiesa raffigura la ferita del cuore di Cristo.
In chiesa e nel cuore di Cristo si entra per imparare ad amare e per sentirsi amati da Dio, dalla comunità e da se stessi. Si esce invece con autocoscienza di sé, con criteri di comprensione della realtà, con responsabilità di premura nel voler bene.
In chiesa e nel cuore di Cristo si entra come credenti e si esce con l’impegno di essere credibili. In chiesa e nel cuore di Cristo si entra con mille ragioni per essere delusi, consumati, feriti, arrabbiati, dubbiosi e si esce come pellegrini della speranza che non delude.
Il racconto della passione che ora viviamo ci fa contemplare come la porta del cuore di Cristo è aperta per noi sempre, comunque e nonostante tutto. È il varco in cui entrare per trovare luce, forza, speranza, consolazione, energia, senso ed è l’uscita di sicurezza da ogni ragione del peggio.
Bussiamo a questa porta per capire poi come si apre quella del nostro cuore, spesso invece bloccata, blindata, arrugginita.
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RACCONTO DELLA PASSIONE DI GESÙ DAL VANGELO SECONDO LUCA
In quel tempo, tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
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CELEBRAZIONE DELLA MESSA
Sabato – ore 18
Domenica – ore 10 e 18
La Messa delle ore 10 della domenica sarà anche in diretta su SEILATV – canale 94 (digitale terrestre Lombardia) dalla chiesa parrocchiale della Madonna del bosco